Da studentessa all’estero a Professional Coach e Insegnante di Sostegno: l’esperienza di Francesca Lo
Per la serie di interviste “Come studiare all’estero mi ha cambiato la vita” ho avuto una piacevole conversazione con Francesca Lo, Professional Coach e Insegnante di Sostegno, e come me, parte della Community LeRosa.
Francesca ha vissuto per molti anni all’estero, per studio e per lavoro, in Europa prima e in Estremo Oriente dopo, come studentessa exchange e come professionista. Ha poi deciso di rientrare in Italia, dove attualmente vive e lavora.
In questa intervista, mi ha raccontato della sua esperienza all’estero, ma anche di come ha affrontato il rientro in Italia, e di come questo bagaglio di esperienze la supporti ogni giorno nello svolgere al meglio la sua professione (anzi, le sue professioni).
Ecco un estratto dell’intervista, che trovate in versione integrale sul mio canale YouTube.
Francesca Lo
Professional Coach e Insegnante di Sostegno
Come studiare all’estero può cambiare la vita: La testimonianza di Francesca Lo
Francesca benvenuta!
Ti va di presentarti? Di cosa ti occupi?
Mi chiamo Francesca Lo, e sono una Professional Coach e un’Insegnante di Sostegno.
Come coach, collaboro con un’azienda che si occupa di crescita personale, che è proprio il mio core business ed è in linea con i miei valori più profondi.
È una scelta che ho maturato dopo anni di studio all’estero, che mi hanno permesso di capire cosa volessi fare veramente nella vita.
So che hai fatto molte esperienze di studio e lavoro all’estero. In quanti Paesi sei stata?
Io sono laureata in Lingue Orientali, e sono stata in Cina e a Hong Kong, iniziando durante i miei anni universitari con Pechino per studio.
Dopo ho fatto un master in Relazioni Internazionali in Italia e sono poi ripartita per la Cina per un tirocinio di 6 mesi presso la Camera di Commercio Italiana.
Ho sempre avuto il pallino del Giappone, anche se non avevo studiato giapponese: la mia compagna di stanza a Pechino era giapponese, e ho deciso di andare a insegnare italiano in Giappone. Lì sono rimasta un anno, ed è stata un’esperienza splendida.
Mentre ero lì, mi sono resa conto di aver bisogno di qualcosa di più strutturato e mi sono trasferita a Hong Kong per lavorare come project manager in una multinazionale. A Hong Kong mi sono fermata per 4 anni: è stata un’esperienza molto arricchente.
In realtà prima di andare in Oriente, avevo già vissuto all’estero per brevi periodi in Europa: ho svolto l’Erasmus in Danimarca, e prima anche 3 settimane di gemellaggio negli Stati Uniti.
Ad un certo punto sei tornata in Italia. Come è stato il passaggio dalla mentalità asiatica alla nostra, da un contesto internazionale a quello italiano? Come lo hai affrontato?
Non è stato facile, anche se la scelta di tornare è stata maturata e consapevole. Inizialmente ho patito un po’, Hong Kong è una grande città, frenetica, con grandi opportunità di lavoro e di divertimento. Rientrare a Reggio Emilia è stato uno shock culturale.
In cosa vivere all’estero ti ha cambiato?
Sicuramente l’esperienza all’estero cambia la mentalità con cui ti approcci alla realtà ma anche alle piccole sfide quotidiane. Ho dovuto riadattarmi all’Italia, e i miei cari hanno dovuto adattarsi alla nuova me.
Quando si vive all’estero facendo esperienze così importanti, si fa perché si vogliono tirare fuori le proprie potenzialità ed essere veramente se stessi. Questo mi aveva spinto a partire: la voglia di staccarmi dal cordone ombelicale per capire chi fossi veramente e cosa volessi veramente.
Non ricordo quale filosofo ha detto che tutti i bambini nascono con l’odore di campo, e l’adolescenza significa anche prendere il proprio odore personale, e si prende allontanandosi dalla famiglia e contaminandosi con nuove esperienze.
Io sono molto grata per queste opportunità che ho vissuto perché effettivamente mi hanno appiccicato addosso il mio odore personale.
L’abituarsi alla vita in Italia dopo tutti i cambiamenti vissuti all’estero è un argomento di cui ho parlato qualche tempo fa con un mio studente.
Lui ha usato proprio parole simili alle tue per descrivere questo aspetto dell’esperienza all’estero. Effettivamente, avendo studiato all’estero anche io, mi ritrovo perfettamente in quello che dici.
Tornando alla tua vita lavorativa attuale, tu svolgi due professioni, quella di Professional Coach e quella di Insegnante di Sostegno. Entrambe sono professioni legate alle relazioni umane, perché ovviamente senza gli altri non si possono svolgere.
In che modo il tuo bagaglio di esperienze all’estero ti aiutano nello svolgimento delle tue professioni?
La relazione con l’altro è fondamentale, e all’estero ho imparato sicuramente a rapportarmi con l’altro, con altre culture, ad accogliere la diversità e rimanere curiosa.
E questi sono valori che sono fondamentali per chi fa il lavoro di Coach e di Insegnante di Sostegno, perché l’ascolto, la scoperta sono fondamentali e vivere all’estero mi ha aiutato tantissimo a svilupparli.
Che consiglio daresti a una studentessa o studente magari adolescente che sta per affrontare un’esperienza di studio all’estero e che magari ha qualche preoccupazione sull’inserimento all’estero ?
Non mi sento di dare consigli ma sicuramente mi sento di dire che la preoccupazione è giusta, perché è segno di responsabilità, e permette di elaborare strategie per affrontare un eventuale ostacolo che ci si trova davanti.
Sicuramente le tecnologie sono di grande aiuto, per comunicare con gli amici e la famiglia per esempio, e questo aiuta a mantenere un po’ il cordone ombelicale come paracadute contro eventuali malinconie e difficoltà.
I primi mesi sono quelli più difficili per la nostalgia di casa, ma passano e ci si abitua facilmente ai nuovi ritmi, che sono sfidanti e entusiasmanti, e si finisce per non voler tornare più a casa.
A volte invece sono i genitori a essere un po’ preoccupati. Da genitore, che consiglio o spunto vorresti dare ai genitori di figli che vorrebbero andare all’estero, per affrontare le preoccupazioni su distanze, età etc…
La principale responsabilità di genitore è saper perdere i propri figli, dare la possibilità di costruire il proprio cammino.
Il consiglio che dò è di riflettere su quali valori si vogliono trasmettere ai propri figli, cosa li ha spinti a essere genitori e cosa vogliono per i propri figli, e con questo bagaglio lasciarli andare con fiducia.
Se non avessi fatto queste esperienze all’estero sarei sicuramente una persona meno aperta, per esempio.
Il valore dell’accoglienza è invece il valore che mi supporta nel mio quotidiano personale e professionale e l’ho imparato proprio vivendo all’estero.
Potete ascoltare l’intervista integrale a Francesca Lo sul mio Canale Youtube.
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International Educational Consultant e Orientatore per percorsi di studio all'estero in scuole superiori e università e vacanze studio.
Aiutare gli studenti a trovare il percorso di studi all'estero più adatto alle loro aspirazioni è quello che amo del mio lavoro.
Non concordo con chi definisce i "giovani di oggi" in modo negativo. Dietro insicurezze, atteggiamenti baldanzosi o silenzi, si nascondono sogni, progetti e potenzialità tutte da scoprire.
I miei interessi spaziano dalle lingue straniere all'interculturalità, alle neuroscienze e la pedagogia, la didattica, la psicologia, il marketing, l'arte.
Il bello di questo lavoro è anche che tutto ciò che imparo in modo autonomo mi "aiuta ad aiutare" in modo più consapevole.
Su questo sito web e blog condivido idee e informazioni per le famiglie e gli studenti interessati a intraprendere un percorso di studio all'estero.