Com’è vivere e studiare in boarding school inglese?
Ecco l’esperienza di studio all’estero di Chiara.
Per la serie di interviste “Studiare all’estero: Il punto di vista degli studenti” ho fatto una chiacchierata con Chiara Salice, adesso studentessa universitaria tra Manchester e Londra, e prima studentessa in boarding school in Inghilterra.
Durante la nostra chiacchierata, abbiamo ripercorso i motivi per cui Chiara ha scelto di terminare la scuola superiore in Uk e frequentare Felsted School, boarding school vicino Londra, per diplomarsi con il programma IB.
Abbiamo anche parlato di come studiare per 2 anni scolastici in college inglese l’abbia aiutato a conoscere da vicino modi di vivere inglesi ma anche internazionali, cogliere le sfumature della lingua e i codici di comunicazione utili in contesti formali e informali.
La sua esperienza in college inglese alle scuole superiori, la preparazione ricevuta e il supporto dei tutor le hanno permesso di essere ammessa ad un’ottima università nel Regno Unito, dove sta frequentando il suo corso di laurea in IT Management for Business & Business Management.
Ecco qualche spunto tratto dalla nostra conversazione, che trovate in formato integrale sul mio canale Youtube.
Buona Lettura!
Ciao Chiara, benvenuta! Ti va di presentarti e dirci qualcosa di te?
Certamente, Mi chiamo Chiara, ho 19 anni e 4 anni fa ho iniziato la mia esperienza di studio all’estero in Inghilterra in boarding school.
Dopo il diploma IB, ho continuato gli studi sempre in Inghilterra all’università di Manchester. Al momento sono al mio anno di placement lavorativo previsto nei 4 anni del mio corso di laurea.
Noi ci siamo conosciute proprio circa 4 anni fa, quando hai deciso di non terminare il liceo classico in Italia ma continuare con la scuola superiore in college nel Regno Unito. Come mai hai preso questa decisione?
Io da tempo avevo già deciso di frequentare l’università in Inghilterra, anche per via della lingua inglese, dopo il diploma.
E sapevo anche che il diploma internazionale IB mi avrebbe aiutato nell’ammissione all’università inglese, essendo un diploma internazionale.
Inoltre, l’idea di fare un anno all’estero mi interessava molto, ma non me la sentivo di fare un solo anno scolastico all’estero, e poi dover rientrare e recuperare il programma del liceo per il quinto anno e la maturità.
Alla fine, d’accordo con i miei, abbiamo concluso che la scelta migliore sarebbe stata finire il liceo all’estero.
La boarding school inglese è una realtà molto diversa dalla scuola superiore italiana, da molti punti di vista, sia come organizzazione scuola-dopo scuola, che come sistema scolastico.
Quali difficoltà hai affrontato all’inizio nell’inserimento?
Il primo anno di scuola in UK, la difficoltà maggiore è stata la lingua inglese: capivo quando mi parlavano, ma ero troppo timida per parlare e partecipare.
Questo anche a lezione per me è stato difficile, perché dovevamo partecipare e parlare in classe e io ero sempre preoccupata di questo.
E poi anche per le nuove amicizie. Però, essendo una boarding school in cui tutti parlano inglesi, ti abitui.
E infatti, verso metà del mio primo anno all’estero era già tutto a posto.
L’altra difficoltà è stata quella di capire come affrontare al meglio il passaggio dal sistema scolastico italiano, che ha molto studio autonomo e molta teoria, al sistema IB che richiede partecipazione e l’applicazione di quello che si studia.
Parlando di International Baccalaureate, quali differenze hai notato rispetto al liceo italiano?
Intanto, il fatto che più che sui libri, si studiasse sulle dispense date dagli insegnanti. Anche matematica era più pratica, oltre agli esercizi c’erano domande di logica su cui pensare e applicare la teoria.
E poi le lezioni non erano solo teoriche e frontali, non era solo il docente a parlare e spiegare, ma c’era molto dibattito e conversazione con noi studenti ad ogni lezione.
Ti sei sentita supportata e sostenuta in college da tutor e insegnanti? In che modo?
Si, vieni aiutata moltissimo, sia dagli insegnanti che dai responsabili dei residence (housemaster/housemistress): si presentano da subito come persone a tua disposizione per aiutarti e con cui puoi parlare.
La mia responsabile della house all’inizio mi ha detto “considerami come una mamma”, e questo è normale perché in college ci sono anche ragazzine molto giovani, anche di 8 o 9 anni.
Hanno rispettato anche la mia timidezza iniziale, mi hanno incoraggiata sempre, ma senza forzarmi a partecipare o parlare se non me la sentivo.
Poi anche le valutazioni a fine trimestre sono diverse da quelle italiane: la modalità del feedback, insieme al voto, è molto utile perché ricevi incoraggiamenti positivi su cosa hai migliorato, su cosa puoi migliorare ancora. Questo aiuta molto secondo me nell’inserimento.
Per esempio, ricordo bene la mia professoressa di Italiano, che era bravissima ma anche molto disponibile e di supporto.
Come funziona una giornata tipo in college in Inghilterra?
La mattina ci sono le presenze, la registration, poi c’è il chapel service, che non è una messa ma una riunione di tutti gli studenti nella cappella della scuola come assemblea scolastica. Durante questa assemblea, il preside e gli insegnanti ci davano notizie su eventi giornalieri, competizioni sportive, perché si faceva molto sport, incoraggiamenti, si condividevano informazioni, il programma della settimana.
- Alle 8.50 nella mia scuola iniziavano le lezioni:
- 2 ore di lezione, poi mezz’ora di intervallo,
- Poi altre 2 ore, poi pausa pranzo,
- E poi le ultime 2 ore di lezione.
Tre giorni a settimana però finivamo prima, appena dopo pranzo, perché al posto delle 2 ore di lezione c’era lo sport.
Infatti negli ultimi due anni di scuola superiore inglese non c’è l’ora di ginnastica generale, ma si sceglie lo sport preferito (ogni trimestre) da praticare 3 volte a settimana.
Tu quali sport hai praticato?
Io ho provato Hockey su Prato, che è molto popolare in Inghilterra, poi Running, Calcio femminile, Tennis.
E comunque c’era la palestra, in cui allenarsi oltre alla pratica dello sport con gli altri studenti.
C’è molta varietà e puoi cambiare sport a ogni trimestre.
Poi finite le lezioni e lo sport, avevi 2 ore libere per stare con i compagni, o riposarti in camera, oppure partecipare a club o comitati studenteschi.
Poi c’era la cena, e dopo cena c’è il prep-time, cioè il tempo da dedicare allo studio in camera propria. E dopo cena c’è il “visiting time“, in cui poter andare a trovare gli altri amici e compagni che magari vivevano in altre houses del college.
E poi andavi a letto.
Cosa cambiava nel weekend rispetto a questa routine giornaliera?
Dipende anche da quello che volevi fare tu: poiché nel weekend molti studenti inglesi vanno a casa, la scuola è più tranquilla e puoi riposare, o stare con le tue amiche, magari fare giochi da tavola. È più bello il weekend, come tempo libero.
Io il sabato avevo lezioni anche la mattina, poi lo sport il pomeriggio, ma per il resto ero libera.
C’era sempre qualcosa da fare in realtà: la scuola organizzava sempre qualcosa, i barbecue all’aperto quando il tempo era bello. Non è noiosa la vita in college, assolutamente no!
Ma anche durante la settimana, spesso dopo il prep-time c’erano mini conferenze a cui partecipare, o dei dibattiti. C’era sempre qualcosa di interessante da fare.
Se ripensi alla Chiara che è partita a 16 anni per il biennio all’estero in college e alla Chiara che è poi andata all’università, dopo il diploma, come sei cambiata?
Si assolutamente. E infatti quando ho iniziato l’università, non solo ho fatto amicizia subito, ma conoscendo molto bene la cultura inglese dopo i 2 anni in boarding, nel gruppo di nuovi amici inglesi sapevo sempre di cosa parlavano anche se erano cose molto specifiche e “locali”.
Sono sicuramente molto cambiata, sono diventata molto più sicura di me sia nel parlare in inglese che nell’inserirmi in nuovi ambienti.
Come hai affrontato la scelta della facoltà a cui iscriverti e la domanda di ammissione? Ti hanno aiutato i tutor della boarding school?
Si, mi hanno aiutato loro, anche perché io non sapevo nulla delle procedure di ammissione alle università inglesi, del fatto che serve un essay scritto in un certo modo per poter essere ammessi.
Oppure che bisogna fare domanda a 5 università insieme. E mentre affronti questi passaggi, come la scrittura dell’essay, i professori lo sanno, e ti aiutano o vai tu da loro, o si confrontano con te nel tempo per vedere come va.
C’erano poi i career consultants a cui rivolgersi per domande o orientamento, che davano anche consigli su dove reperire informazioni sui settori, su cosa studiare, le università tra cui scegliere. Questo lavoro di ricerca è monitorato dai tutor, quindi quello che fai in modo autonomo è comunque seguito e guidato dalla scuola.
È così che ho individuato il corso di laurea che sto facendo, IT Management for Business (ITMB).
Anche la scelta delle 5 università è guidata, perché i tutor in base al tuo andamento scolastico e ai voti sanno a quali università puoi aspirare, se puoi fare domande di ammissione a università più selettive o meno.
Era quindi che affrontare l’iscrizione alle università è stato un mix di supporto individuale, ricerca autonoma ma guidata, tutoring?
Si, e i tutor ti aiutano anche se scegli di fare domanda di ammissione ad università molto competitive come Oxford o Cambridge, che hanno requisiti e scadenze diverse. I tutor sapevano tutto ed erano molto preparati per aiutarti in tutta la procedura.
In 4 anni hai affrontato tanti cambiamenti: dal liceo classico in Italia, alla boarding school vicino Londra, poi l’università a Manchester. E ora di nuovo a Londra per il tuo placement lavorativo.
L’esperienza fatta fino ad ora ti ha aiutato nel tuo inserimento nel contesto lavorativo, come skills acquisite per esempio?
Va sempre meglio, dal college all’università, e poi adesso al lavoro con i colleghi.
Mi ha aiutato anche a capire che tipo di parole e tono usare con i colleghi, con il mio manager, come è appropriato rivolvermi a lui. Tutta l’esperienza fatta fino ad ora mi ha aiutato a crescere.
In particolare, la boarding school mi ha preparato per l’università, anche nel modo di studiare, l’abitudine a scrivere gli essay per le varie materie, e per il lavoro perché mi ha insegnato in che modo parlare e comportarmi.
Perché consiglieresti ad un ragazzo o ragazza italiani di andare in un college inglese per un anno all’estero o diploma all’estero?
Io lo consiglio proprio per l’esperienza che fai in boarding school, anche se il progetto dopo il diploma fosse di fare l’università in Italia e non all’estero.
Provi tanti sport e attività, è una cultura diversa, impari molto in classe e fuori.
Puoi affrontare dibattiti e conversazioni interessanti nei comitati degli studenti, su argomenti che di solito in Italia a scuola non si affrontano: diversity, inclusione, ambiente, attualità. Si tratta di argomenti che riguardano il mondo reale e anche come migliorare l’approccio a questi argomenti nel tuo college in cui vivi e studi, come partecipare e migliorare.
Inoltre, conoscendo studenti provenienti da altri Paesi, conosci idee e opportunità che non conoscevi prima: idee per il futuro, esperienze, perché hanno scelto di studiare all’estero. È un networking che parte dalla scuola superiore, e finita la scuola ti rendi conto di conoscere molte persone in altre città sia per l’università che per lavoro.
Prima di terminare, quali sono le 3 parole chiave che useresti per descrivere la tua esperienza in boarding school inglese?
- Originale: perché è un’esperienza che va provata per capirla;
- Educativa: perché ovviamente è una scuola, in cui imparare e studiare, e che ti prepara all’università;
- e Divertente: perchè comunque ci si diverse, si fanno tanti sport, tante attività.
Vuoi saperne di più sulle opportunità di studio all’estero in boarding school?
E’ possibile iscriversi ad una boarding school e college all’estero in:
- Regno Unito
- Stati Uniti
- Canada
- Svizzera
- Australia
E’ possibile partire già dai 10 anni in su, e iscriversi ad una boarding school privata per:
- un trimestre o semestre scolastico all’estero in scuola superiore
- da 4 a 6 settimane a fine anno scolastico (Giugno) in scuola media o superiore con l’opzione Integration
- un anno scolastico all’estero in scuola superiore
- più di un anno scolastico consecutivo
- diplomarsi all’estero
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International Educational Consultant e Orientatore per percorsi di studio all’estero in scuole superiori e università e vacanze studio.
Aiutare gli studenti a trovare il percorso di studi all’estero più adatto alle loro aspirazioni è quello che amo del mio lavoro.
Non concordo con chi definisce i “giovani di oggi” in modo negativo. Dietro insicurezze, atteggiamenti baldanzosi o silenzi, si nascondono sogni, progetti e potenzialità tutte da scoprire.
I miei interessi spaziano dalle lingue straniere all’interculturalità, alle neuroscienze e la pedagogia, la didattica, la psicologia, il marketing, l’arte.
Il bello di questo lavoro è anche che tutto ciò che imparo in modo autonomo mi “aiuta ad aiutare” in modo più consapevole.
Su questo sito web e blog condivido idee e informazioni per le famiglie e gli studenti interessati a intraprendere un percorso di studio all’estero.