Dalla boarding school inglese all’università americana: l’esperienza di studio all’estero di Mario.

Per la serie di interviste “Studiare all’estero: Il punto di vista degli studenti” ho fatto una chiacchierata con Mario Coppola, adesso negli Usa all’università, e prima studente di boarding school inglese.

Insieme a lui abbiamo ripercorso i passi che lo hanno portato dalla scuola internazionale di Napoli all’Ellesmere College nel Regno Unito per un biennio di scuola superiore e il diploma all’estero con il programma IB.

Abbiamo anche parlato di come questa esperienza lo abbia fatto maturare e lo abbia preparato poi ad affrontare in modo più consapevole lo step successivo: studiare negli Stati Uniti in un college americano all’università.

Dalla boarding school inglese all’università americana: l’esperienza di studio all’estero di Mario Coppola

Sono sicura che troverete la sua intervista di grande ispirazione, perché oltre ai lati positivi dell’esperienza di studio all’estero, Mario ha condiviso le difficoltà che ha affrontato, come le ha superate e anche le sue riflessioni sui motivi che lo hanno spinto, ad appena 15 anni, a voler cambiare Paese e sistema scolastico, pur frequentando già una scuola internazionale in Italia.

Inoltre, Mario mi ha raccontato come ha combinato la sua esperienza di studio all’estero in Inghilterra prima e negli Stati Uniti dopo con la sua passione per il calcio, che ha praticato per molti anni a livello professionistico.

Ecco un estratto della nostra chiacchierata, che potete ascoltare in versione integrale sul mio canale Youtube.

Buona Lettura e Buon Ascolto!

Mario, iniziamo dall’inizio. Come mai 5 anni fa tu e i tuoi genitori mi avete contattato per cambiare scuola e Paese e passare dalla scuola internazionale in Italia ad un college inglese?

Ho sempre avuto l’idea di studiare e vivere in un altro Paese, e la reputazione dei college inglesi è, si sa, molto alta. Inoltre sono stato fortunato perché i miei genitori mi hanno sempre lasciato libero nelle scelte, senza costringermi, quindi in effetti la decisione di andare o meno in Inghilterra è stata mia.

Mi hanno sempre sostenuto sia per la qualità accademica che per le opportunità che mi avrebbe dato sia come crescita che come opzioni future.

Ambientarmi, all’inizio, avendo 15 anni, non è stato facile, ho sentito la nostalgia di casa, dei miei genitori abituato a vederli sempre ma è stata una bella esperienza.

La mia difficoltà quando parlo di college all’estero come boarding school è spesso far immaginare le giornate tipo, che sono diverse dal nostro modo di vivere la scuola.

Quanto è stato difficile ambientarsi e abituarsi a questo nuovo modello di scuola e di vita?

All’inizio non è stato facile, ho studiato nuove materie, ma i professori devo dire che sono stati molto accoglienti, mi hanno incoraggiato a partecipare, a fare le scelte giuste. Di questo li ringrazio molto, ero molto ansioso e spaventato all’inizio.

La vita in college era come te la aspettavi?

Diciamo di si, perché essendo un amante di Harry Potter, alcune cose avevo un’idea di come fossero. È stato come me lo aspettavo, e mi ha fatto crescere come indipendenza.

Poi ci sono momenti particolari, come i meeting giornalieri con l’housemaster (il responsabile del residence), la routine quotidiana, e gli incoraggiamenti dei professori, che mi hanno sostenuto tanto nell’inserimento, per fare amicizia.

È molto facile fare amicizia, al secondo giorno avevo già conosciuto molti studenti provenienti da ogni parte del mondo, Qatar, India, Indonesia, culture diverse ma grandi amici, con cui sono ancora in contatto.

Com’era una tua giornata tipo in college inglese?

  • Allora dopo la sveglia, la colazione, c’era l’appello, poi l’incontro con il tutor accademico per seguire i tuoi progressi accademici, o per iniziare a lavorare alle domande di ammissione alle università, o consigli per migliorarti.
  • Poi iniziavano le lezioni, circa 1 ora e mezza ciascuna, di solito la mattina, poi pausa pranzo, poi lezioni ancora, sport.
  • Ci sono sempre tanti sport da provare, tennis, calcio, etc.. tutto incluso e senza obbligo di sacrificare una cosa per l’altra, ma integrati nella giornata scolastica.
  • Due giorni a settimana, c’erano dei club a cui aderire con attività extra-curriculari.

Ad esempio Arte, o Giardinaggio, e tanto altro. Io facevo proprio giardinaggio ed è stato divertente, abbiamo contribuito a mantenere l’ambiente circostante, il laghetto, il ciglio della strada, curare gli alberi, piantare fiori. Molto bello.

Poi facevamo tante escursioni, ad esempio sono stata allo Snowdonia National Park, un’esperienza molto bella.

 

Ricordo che in Italia praticavi calcio a livello professionistico e hai continuato anche durante i tuoi anni di scuola superiore in college inglese. Che differenze hai trovato tra il modo di praticare calcio professionistico in Italia e in boarding school in Uk?

Gli allenatori in college sicuramente avevano grande esperienza diretta del calcio di altissimo livello, prima di tutto.

Il mio allenatore ad Ellesmere era David Raven, che è stato giocatore del Liverpool, ha vinto una Champions League.

Il modo di allenarsi era diverso: molto intenso, palestra, allenamenti di calcio, ma senza pressione psicologica. Ci divertivamo, prima di tutto, pur lavorando tantissimo ogni giorno.

In Italia ho avuto sicuramente la difficoltà di coordinare lo studio con gli orari degli allenamenti.

E poi lo stile di allenamento era diverso: secondo me in Italia ci si basa molto sulla tecnica e tattica, mentre in Inghilterra il calcio è molto fisico.

Inoltre, ho trovato un ambiente spogliatoio amichevole, in cui essere amici e compagni di squadra, e questo ti dà molta fiducia in te stesso anche quando giochi, nell’essere determinante in campo, ti dà un boost pazzesco sulla convinzione di poter fare la differenza.

Tutti ci aiutavamo a diventare migliori nella squadra, senza voglia di scavalcare l’altro, e l’allenatore aveva sempre lo scopo di far giocare tutti a rotazione e dare la possibilità a tutti di impegnarsi e partecipare.

Per gli studenti e genitori appassionati di calcio, trovate molti più dettagli su questo aspetto nel video integrale sul canale Youtube.

Questo approccio ad incoraggiare gli altri lo hai trovato anche in classe nel college inglese?

Allora, la mia classe era molto competitiva: c’erano alcuni studenti che erano disponibili ad aiutare gli altri a migliorarsi. Qualche difficoltà iniziale l’ho avuta, perché sono passato da un sistema scolastico al programma IB, non è stato facile.

In ogni caso, posso dire che potermi confrontare con i punti di vista di altri studenti internazionali e inglesi sullo studio, i compiti, il modo di approcciare le varie materie, mi è stato utilissimo per mettermi in discussione e imparare da loro.

Ripensando a te stesso a 15 anni, e a te stesso dopo il college inglese, come ti ha cambiato questa esperienza in college?

Questa esperienza in college inglese mi ha cambiato tantissimo.

Sono stato con persone con diversi modi di pensare e vivere, con obiettivi di miglioramento personale per sé e per gli altri, cosa che non ho sempre trovato nella mia scuola in Italia. Loro erano esempi quotidiani per me per spingermi a migliorare come atleta e come studente.

Sono diventato più indipendente e più organizzato, prima facevo tutto all’ultimo minuto, confidavo molto su mia madre e sul suo aiuto.

Dopo il diploma, altro cambiamento, iniziando l’università negli Stati Uniti. Come ti ha preparato l’esperienza in boarding school inglese all’esperienza universitaria?

Mi ha aiutato moltissimo, mi ha fatto prima di tutto capire come affrontare nuovi contesti, come fare amicizie, ad avere fiducia nelle mie capacità.

Andare più lontano ancora è stato un altro cambiamento. I miei genitori venivano ogni mese a trovarmi in UK, cosa non sostenibile con questa frequenza negli Usa, ma la sto affrontando con successo ormai da 3 anni.

L’esperienza iniziale in Inghilterra in college mi ha preparato veramente molto.

Cosa consiglieresti a un ragazzo o una ragazza italiana che sta considerando di fare un anno all’estero in boarding school?

Io consiglio assolutamente di partire, che sia per un anno all’estero o per tutto il liceo per diplomarsi all’estero, perché da un punto di vista mentale aiuta a diventare più indipendenti, che è fondamentale nella vita, più maturi, con più capacità di prendere decisioni e avere più opportunità nel futuro.

Perché c’è la possibilità di conoscere gente da tutto il mondo, punti di vista diversi, e anche una realtà diversa, poter abbinare sport, attività, lezioni in college.

Le amicizie si trovano. Non bisogna avere paura.

Mia sorella, per esempio, ha iniziato da poco a frequenare anche lei un college in Inghilterra come scuola superiore e ha 14 anni. Dopo 3 giorni in boarding, già aveva fatto amicizia. È normale avere paura, ma come noi, ci sono anche altri studenti nuovi che come noi hanno paura di fare amicizia, quindi poi conoscendosi ci si inserisce facilmente.

Come riassumeresti in 3 parole chiave la tua esperienza in boarding school inglese?

Maturità, indipendenza e organizzazione nel senso di time management nel lungo termine, non solo quotidiano, ma come attitudine.

Per esempio noi avevamo la study hour, dalle 18 alle 21, si studiava tutti: anche se non avevi compiti, dovevi studiare anticipandoti i contenuti e i capitoli per arrivare in classe più preparato sugli argomenti.

C’era sempre qualcosa da studiare, anche se avevi zero compiti, l’housemaster ti incoraggiava sempre a imparare di più, a non perdere questa opportunità.

Questo ti ha aiutato per l’università a organizzarti nello studio? Qui non hai nessuno che ti incoraggia a studiare, o studi o non studi, giusto?

Si infatti. Il tutor in college ce lo diceva sempre “adesso qui si, siete più indipendenti, ma vi teniamo ancora per mano, ma in futuro nessuno lo farà all’università, e dovrete essere in grado di badare a voi stessi e al vostro programma di studio”.

All’università, infatti, siamo “grandi” e dobbiamo essere sicuri da soli di seguire le lezioni, prepararci, andare agli esami, spesso non c’è obbligo di presenza.

La responsabilità all’università è solo nostra.

Se avete l’opportunità di fare questa esperienza fatelo, perché potete imparare e maturare moltissimo.

Vuoi saperne di più sulle opportunità di studio all’estero in boarding school?

E’ possibile iscriversi ad una boarding school e college all’estero in:

  • Regno Unito
  • Stati Uniti
  • Canada
  • Svizzera
  • Australia

E’ possibile partire già dai 10 anni in su, e iscriversi ad una boarding school privata per:

  • un trimestre o semestre scolastico all’estero in scuola superiore
  • da 4 a 6 settimane a fine anno scolastico (Giugno) in scuola media o superiore con l’opzione Integration
  • un anno scolastico all’estero in scuola superiore
  • più di un anno scolastico consecutivo
  • diplomarsi all’estero

Contattami per un primo colloquio conoscitivo gratuito e senza impegno.

Compila il form di richiesta qui sotto! 

VUOI FREQUENTARE UNA BOARDING SCHOOL ALL’ESTERO? CONTATTAMI!

nome scuola e indirizzo di studi
Antonella Crisafulli

Antonella Crisafulli

International Educational Consultant e Orientatore per percorsi di studio all’estero in scuole superiori e università e vacanze studio.
Aiutare gli studenti a trovare il percorso di studi all’estero più adatto alle loro aspirazioni è quello che amo del mio lavoro.
Non concordo con chi definisce i “giovani di oggi” in modo negativo. Dietro insicurezze, atteggiamenti baldanzosi o silenzi, si nascondono sogni, progetti e potenzialità tutte da scoprire.
I miei interessi spaziano dalle lingue straniere all’interculturalità, alle neuroscienze e la pedagogia, la didattica, la psicologia, il marketing, l’arte.
Il bello di questo lavoro è anche che tutto ciò che imparo in modo autonomo mi “aiuta ad aiutare” in modo più consapevole.
Su questo sito web e blog condivido idee e informazioni per le famiglie e gli studenti interessati a intraprendere un percorso di studio all’estero.

Pin It on Pinterest

Share This