Studio all’estero: le 4 notizie da non perdere al rientro dalle vacanze

Il trimestre estivo ci ha portato diverse notizie interessanti sul fronte dello studio all’estero, alcune delle quali con un impatto importante per chi sceglie di studiare all’estero nel lungo termine.

QS ha pubblicato, come ogni anno, la nuova classifica sulle migliori università europee, in base ai propri criteri di selezione.

Come sempre, classifiche e ranking da leggere con attenzione e con un approccio critico, considerandole parte si, ma non l’unico fattore del processo di scelta dell’università all’estero da frequentare.

L’importante è che la scelta fatta sia quella giusta per i nostri ragazzi, e non per una classifica.

studiare all'estero: notizie e aggiornamenti di settembre 2024

Le tasse consolari per il visto studente in Australia cambiano, e così anche le regole sulla tassazione delle boarding schools inglesi.

Al tempo stesso, la Graduate Route per i laureati nel Regno Unito sembra destinata a rimanere anche nei prossimi anni, mentre sempre più studenti considerano Paesi alternativi ai Big 4 quando scelgono dove studiare all’estero.

Il nostro è un settore in continuo cambiamento, e questo trimestre non fa eccezione!

Buona lettura quindi!

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Nuovo Ranking delle migliori università in Europa 2025 secondo la classifica QS

A luglio è stata pubblicata la classifica QS 2025 delle migliori università in Europa.

Anche se la mia opinione sull’utilità reale di questo tipo di classifiche è nota alle famiglie e gli studenti che ho seguito in tanti anni da educational consultant e orientatrice, sicuramente non possiamo ignorare del tutto nè questa nè altre classifiche.

Vediamo quindi quali sono le principali novità della classifica QS Quaquarelli Simon delle migliori università Europee e le motivazioni, e anche i motivi per cui prendere queste informazioni con la dovuta cautela.

La classifica di quest’anno ha preso in esame più di 600 università, pubbliche e private, in 40 Paesi diversi e ha premiato in particolare università quali:

  • ETH Zurich, seguita da Imperial College London e l’università di Oxford.

A seguire, nei primi 10 posti della classifica Europa QS, troviamo università come:

l’università di Cambridge, UCL, l’università di Edimburgo, Manchester, King’s College London, l’ Université PSL e EPFLÉcole polytechnique fédérale de Lausanne.

Come usare le classifiche e i ranking per scegliere l’università giusta per te? Non perderti il mio articolo dedicato all’argomento.

Cambiano le tasse consolari per i visti studente in Australia

A inizio luglio, il governo Australiano ha annunciato che le tasse consolari per il nuovo visto studente saranno aumentate a AUS$1600, come parte della più ampia riforma dell’immigrazione nel Paese.

Questa misura comporta un aumento del 150% alle precedenti tasse consolari previste per gli studenti, che erano pari a AUS$710.

La decisione ha lo scopo dichiarato di filtrare le reali richieste di visto studente da quelle finte per scopi migratori illegali.

Come sempre in questi casi, il dibattito vede una differenza di opinione tra chi è a favore della riforma e chi vede solo in essa un costo maggiore che scoraggerà gli studenti dallo scegliere l’Australia come meta per studiare all’estero.

Inoltre, maggiori i costi, minori le opportunità a chi ha minori fondi finanziari.

In sostanza, una riforma iniqua, perché applica un costo unico indipendentemente dalla durata del soggiorno studio in Australia, dal tipo di percorso di studi (lingua, anno all’estero in scuola superiore, università, master).

La tassa consolare inoltre non è rimborsabile, per cui è una effettiva spesa anche per chi non ottiene il visto studente per qualsiasi motivazione.

Vedremo se le associazioni di categoria, scuole e università riusciranno a cambiare le cose, almeno per gli studenti iscritti a corsi di breve durata.

Sempre a proposito di Australia, è recentissima la notizia della decisione del governo Australiano di limitare a 270 mila il numero di studenti internazionali ammessi per il prossimo anno a università statali e private.

Sono esclusi dal conteggio studenti ricercatori, studenti di scuola superiore, studenti iscritti a corsi di lingua inglese.

Iva e boarding schools inglesi: cambiamenti in vista da gennaio 2025

Una delle prime decisioni del nuovo Governo inglese è stata l’applicazione dell’iva del 20% sulle rette delle boarding schools inglesi e in generale delle scuole private (anche day). La decisione, che sarà operativa da gennaio 2025, era nei piani del partito Laburista da molti anni ed è frutto di un lungo dibattito decennale.

Le parti in causa sono due, e il dibattito è comune a molti altri Paesi, Italia inclusa (anche se in termini diversi):

  • c’è chi ritiene le famiglie degli studenti iscritti alle boarding schools private dei privilegiati che vanno tassati il più possibile
  • e c’è chi ritiene che l’accesso all’istruzione, anche se privata, debba sempre essere agevolata, perché toglie un peso alle scuole statali (sempre in carenza di fondi e insegnanti) e offre maggiori opportunità a studenti con specifiche necessità di apprendimento.

Perché l’Iva e cosa cambia per i genitori?

Le boarding schools inglesi sono solitamente (tranne rare eccezioni) private (nel senso di finanziate dalle rette degli studenti e non da fondi statali), ma gestite come fondazioni senza scopo di lucro: ciò vuol dire che i costi devono essere coperti dalle rette e da donazioni esterne, e che non ci sono profitti che vanno ad un proprietario, perché sono tutti reinvestiti nelle scuole stesse.

Vuol dire anche che vengono svolte numerose attività di volontariato e beneficienza a favore di enti locali, scuole pubbliche, e in generale le città in cui si trovano le scuole stesse, oltre che la concessione di borse di studio per studenti meno abbienti, finanziate sempre con le rette degli studenti.

Per questo motivo, fino ad oggi, nel Regno Unito le boarding schools non dovevano applicare iva sulle rette ricevute, ma al tempo stesso non potevano detrarre nessuna spesa e nemmeno l’iva (per ristrutturazioni, bollette etc…).

Questo cambiamento, che diventa operativo praticamente a metà anno scolastico e senza un adeguato preavviso per famiglie e dirigenti scolastici, avrò effetti che adesso non possiamo prevedere.

Le rette aumenteranno del 20%?

No, non aumenteranno del 20% e probabilmente, anche per motivi legali e contrattuali, in questo anno accademico 2024/25 non aumenteranno affatto per gli studenti già iscritti da settembre 2024.

Le scuole assorbiranno l’iva del 20% interamente?

Nemmeno questo sarà possibile. I margini per la gestione finanziaria delle scuole private, come le boarding schools, nonostante si parli di rette importanti, sono comunque limitati.

Stipendi di insegnanti, utenze, manutenzione base di laboratori scientifici, aule, residence, richiedono molti soldi. Al tempo stesso, applicare l’iva vorrà dire poter detrarre l’iva da utenze e ristrutturazioni, in modo simile a come fanno già molte attività senza scopo di lucro in Uk e in altri Paesi.

Le rette annuali delle boarding schools, in Inghilterra come in altri Paesi (Svizzera, Canada, Stati Uniti) cambiano comunque ogni anno da sempre, nella misura del 3-5% annuale per coprire i maggiori costi di gestione, costo della vita e inflazione.

Ci saranno degli aumenti, ma non saranno del 20%, perché significherebbe perdere la maggior parte degli studenti presenti e futuri, e non essere competitivi rispetto alle boarding schools di altri Paesi (Svizzera, Stati Uniti, Canada, per esempio), specialmente per gli studenti internazionali.

Ciò che è probabile è che ci saranno fusioni e acquisizioni di scuole piccole da parte di scuole grandi o da parte di fondi di investimento (cosa che avviene già da alcuni anni, e che purtroppo “rovina”, a mio parere lo spirito genuinamente formativo che caratterizza le scuole e i loro valori).

Ci saranno forse anche delle chiusure, quelle delle scuole più piccole o che sono state gestite male negli ultimi decenni: i college che hanno minori fondi e rette su cui contare dovranno invertire la rotta rapidamente o saranno travolte.

In Uk, anche per ragioni storiche, le scuole più antiche e più grandi hanno ricevuto nei secoli donazioni da ex studenti e dalle loro famiglie, lasciti (terreni, strutture scolastiche), e possono contare su entrate ulteriori rispetto alle sole rette.

Ciò che farà la differenza, in sostanza, sarà il modo in cui ogni scuola verrà gestita e le competenze manageriali di headmaster (preside), board of governors (i consiglieri delle scuole) e il bursar office (l’ufficio amministrativo).

Queste figure, sempre più di profilo manageriale, dovranno essere particolarmente capaci per traghettare il college nella nuova era Laburista e rimanere, al tempo stesso, fedeli agli ideali di accoglienza, formazione accademica di eccellenza, e preparazione per il mondo adulto che da centinaia di anni rende le migliori boarding schools inglesi una delle scelte migliori per la formazione degli adolescenti.

Graduate Route UK: buone notizie dal nuovo Governo Inglese

Sempre a proposito di cambio di Governo in Uk, almeno una buona notizia c’è.

La nuova Education Secretary Bridget Phillipson ha dichiarato che, contrariamente a quanto annunciato dai predecessori, l’attuale post-study Graduate Route sarà mantenuta anche per i prossimi anni.

Questo permetterà quindi agli studenti internazionali che completeranno il corso di laurea o master nel Regno Unito di poter ottenere un visto per scopi lavorativi dopo il visto studente.

Ottime notizie quindi per gli studenti che stanno considerando il Regno Unito come meta per i propri studi universitari sia a livello di corso undergraduate che postlaurea (master, MBA).

Non solo Stati Uniti: le nuove mete emergenti per studiare all’estero all’università

Un sondaggio Into Education del primo semestre 2024 ha visto emergere nuove tendenze nella scelta della meta per gli studi universitari da parte degli studenti di tutto il mondo.

Accanto alle “Big Four” cioè Uk, Canada, Stati Uniti e Australia, aumentano le richieste per Paesi Europei diversi dal Regno Unito, come Germania, Francia, Irlanda e Spagna, insieme a Paesi del Sud Est Asiatico (come mercato “interno” di interesse degli studenti cinesi, in questo caso specifico).

I motivi sono diversi, a partire dalle prospettive di inserimento lavorativo dopo la laurea o il master.

Questo aspetto è sicuramente, da alcuni anni, quello determinante per molte famiglie e studenti nella scelta del Paese in cui frequentare l’università, e del campus stesso da scegliere.

Ad esso sono legate tematiche come costo della vita, limitazioni o opportunità di ottenimento di visto per lavoro o estensione del visto studente per i primi anni di carriera.

Ho già parlato di questo aspetto nelle precedenti news, e di come sia fondamentale per i Paesi che desiderano rimanere competitivi nel settore della formazione garantire regole certe nel tempo agli studenti rispetto ai criteri (e i costi) di emissione visti per studio e i diritti di lavoro durante il percorso di studi e dopo la laurea.

Tornando al sondaggio, un altro fattore determinante nell’aggiungere varietà al panorama delle scelte universitarie è il livello di servizio, inteso come rapidità e chiarezza di risposta e supporto da parte delle università, con uffici dedicati agli studenti internazionali, magari con personale multilingua.

 

Per questo trimestre, abbiamo terminato con le principali notizie dal mondo dello studio all’estero.

Ci vediamo il prossimo trimestre!

 

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Antonella Crisafulli

Antonella Crisafulli

International Educational Consultant e Orientatore per percorsi di studio all’estero in scuole superiori e università e vacanze studio.
Aiutare gli studenti a trovare il percorso di studi all’estero più adatto alle loro aspirazioni è quello che amo del mio lavoro.
Non concordo con chi definisce i “giovani di oggi” in modo negativo. Dietro insicurezze, atteggiamenti baldanzosi o silenzi, si nascondono sogni, progetti e potenzialità tutte da scoprire.
I miei interessi spaziano dalle lingue straniere all’interculturalità, alle neuroscienze e la pedagogia, la didattica, la psicologia, il marketing, l’arte.
Il bello di questo lavoro è anche che tutto ciò che imparo in modo autonomo mi “aiuta ad aiutare” in modo più consapevole.
Su questo sito web e blog condivido idee e informazioni per le famiglie e gli studenti interessati a intraprendere un percorso di studio all’estero.

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