Parliamo di studio all’estero con Giorgia Bettaccini, consulente familiare.

L’esperienza di studio all’estero, a qualunque età la si affronti, è un’esperienza che cambia la vita, e influenza il proprio modo di pensare e i progetti per il futuro.

È un’esperienza che cambia anche le relazioni genitori-figli, il dialogo familiare e quello con gli amici, e i progetti di vita che riguardano scuola, università e lavoro.

Che si tratti di difficoltà di inserimento iniziale in college, o di forti divergenze tra le aspettative dei genitori e i progetti dei figli per il loro futuro, scegliere di proseguire nella scelta del percorso di studio all’estero più adatto non è facile.

Studiare all'estero: come prepararsi al meglio a questa esperienza con i consigli di Antonella Crisafulli e Giorgia Bettacini

A volte, nonostante la volontà di partire sia forte, non riusciamo proprio a prendere una decisione che sentiamo veramente nostra.

Di tutto questo ho parlato con la Dottoressa Giorgia Bettacini, amica e Consulente Familiare specializzata in area Socio-Educativa nel supporto alla persona, la coppia, i genitori e la famiglia.

Nel corso della nostra conversazione, di cui potete vedere il video integrale sul mio Canale Youtube, abbiamo parlato proprio delle principali difficoltà che possono sorgere quando si affronta l’esperienza di studio all’estero e di cui ho parlato spesso con genitori e studenti come Educational Consultant e Orientatrice specializzata su esperienze di studio all’estero.

Ecco un estratto della nostra chiacchierata.

Buona lettura!

Come affrontare i dubbi da “notte prima della partenza” per un anno o semestre di studio all’estero?

Giorgia, può succedere che poco prima di partire per la propria esperienza di studio all’estero sorgano dubbi nuovi, sia per i genitori che per i figli. Dubbi su come affrontare il distacco dalla famiglia e dagli amici, o paura di aver scelto di partire troppo presto.

Come si possono affrontare queste emozioni e acquistare nuovamente la serenità e l’entusiasmo per l’esperienza?

“Scegliere di studiare all’estero vuol dire scegliere, più o meno consapevolmente, di cambiare le abitudini familiari.

Ogni nucleo familiare è un nucleo a sé, unico quindi la situazione di partenza e quella successiva variano da caso a caso, quindi bisognerebbe partire dalla situazione iniziale, capire in che modo e perché è stata presa questa decisione e quali sono i dubbi emersi adesso.

Quando c’è un grande cambiamento, ci sono dei momenti di crisi da affrontare, e non solo nelle tappe evolutive (la convivenza, la nascita dei figli e così via). Un figlio o una figlia che decide di andare a vivere all’estero anche solo per un breve periodo è un cambiamento importante, di cui spesso si trascura l’impatto.

È una crisi positiva, ovvero un’opportunità consapevolmente scelta, che cambia inevitabilmente gli equilibri della famiglia. Questi dubbi non si possono prevenire, ma si possono accogliere ed accettare.

Come si affrontano questi dubbi quindi? La soluzione è prima di tutto cercare di parlarne, condividerle in famiglia.

Temiamo le emozioni, specie quelle spiacevoli, perché sappiamo che sono come un “virus”, si diffondono e si attaccano ma tenerle chiuse dentro di noi non va bene.

La metafora che uso sempre è quella della pentola a pressione: se metto tutte le emozioni chiuse in una pentola, dopo un po’ o diamo modo di decomprimere, o la pentola scoppia.

“Le emozioni sono il motore della motivazione e del nostro modo di vivere e di agire e reagire, e influenzano le relazioni con gli altri.”

Affrontare questo momento di crisi è una buona occasione per aprire un dialogo genitori-figli, riaprirlo, rinnovarlo secondo il mutare dell’età e delle fasi della vita.

Un dialogo che va costruito lungo l’arco della vita familiare, e va cambiato nel tempo, in base ai cambiamenti vissuti dai ragazzi e delle situazioni che insieme ci si trova ad affrontare.

Che fare quando genitori e figli non concordano su meta e periodo per studiare all’estero?

Giorgia, ti sottopongo un altro esempio, che riguarda la differenza di aspettative tra genitori e figli.

Succede a volte che un adolescente voglia trascorrere all’estero un intero anno scolastico e abbia scelto una meta piuttosto lontana, come Stati Uniti o Canada, mentre i genitori preferirebbero un Paese più “vicino”, in Europa magari e un periodo più breve.

Confesso che, nella mia posizione, non è sempre facile mediare queste esigenze, anche dopo un percorso di orientamento. Cosa ne pensi?

È sempre meglio che le divergenze familiari emergano, specialmente quando si tratta di prendere decisioni così importanti,

Che ci siano divergenze tra le aspettative dei genitori e quelle dei figli è una cosa naturale nel percorso di crescita.

L’adolescente che desidera vivere questa esperienza in un certo posto, una certa durata e modalità, si immagina in un certo modo. Al tempo stesso ovviamente è normale che i genitori abbiano idee e progetti diversi, e che abbiano timori e paure in merito, più o meno fondate.

L’orientamento scolastico o universitario che offri è importante in casi come questi, sia verso i ragazzi che verso i genitori, perché può aiutare a trovare una mediazione tra cosa si vuole fare e cosa si può fare, specie se i figli sono ancora minorenni.

In questi casi emergono tanti aspetti: sfiducia nella capacità dei figli di cavarsela in nuovi contesti, dubbi sulla capacità di scegliere per sé nonostante la giovane età.

Secondo me, in particolare la scelta del Paese in effetti non va mai forzata. È una cosa che dico sempre durante i colloqui. Che ne pensi?

Concordo, se le aspettative di uno studente sono focalizzate su uno specifico Paese, le aspettative non cambieranno forzando la scelta su un’altra meta.

È il momento di permettere ai figli di “sbagliare” con le proprie scelte, e non lasciare per sempre il dubbio del “che sarebbe successo se io fossi andato in (paese a caso)”..

Ovviamente vanno fatte le dovute differenze per età, e vanno responsabilizzati prima della partenza, passo passo, in modo che siano effettivamente pronti a vivere in un contesto diverso da quello abituale.

Prepararsi per tempo vuol dire per esempio coinvolgerli di più nella cura della casa, della propria camera, affidare commissioni pratiche nuove adeguate alla loro età.

È un processo doppio: di responsabilizzazione e di crescita di autostima, che rassicurerà anche i genitori sulla possibilità dei figli di “farcela” all’estero.

Non riconosco più mio figlio!

La prossima domanda la sintetizzerei con “non la riconosco più!” in versione studio all’estero.

Può succedere che uno studente o studentessa modello, che non ha mai avuto difficoltà a scuola né problemi di comportamento, durante l’esperienza all’estero inizia a dare segnali di disagio importanti.

Magari smette di studiare, risponde male agli insegnanti del college, viola le regole rischiando anche l’espulsione e il rientro anticipato in Italia.

Un consulente familiare può aiutare in questo caso? Come?

Se è stato fatto un buon lavoro prima, comunicato, prevenuto, come famiglia, se si è lavorato sui rapporti genitori-figli, la situazione è gestibile e può salvaguardare l’esperienza all’estero.

È ovvio che le situazioni imprevedibili capitano, soprattutto durante l’adolescenza ma non solo.

Spesso comportamenti inattesi del genere sono dovute ad un disagio non manifestato: può essere un’aspettativa diversa tra l’esperienza all’estero attesa e quella effettiva, oppure aver preso la decisione di partire in modo frettoloso, oppure ancora, potrebbe essere una richiesta di attenzione mal posta.  

Se entrambe le parti, genitori e figlio/a, hanno maturato l’idea del distacco prima della partenza per  l’esperienza all’estero, questo non dovrebbe succedere.

Se succede vuol dire che qualcosa è mancato, e lo studente mette in atto questi comportamenti per comunicare un disagio, chiaramente in un modo che mette in difficoltà tutti.

Come affrontare queste situazioni? Bisogna rientrare anticipatamente?

Se succede, il consulente familiare può aiutare la famiglia e anche gli studenti con delle sessioni online, per capire meglio la causa, e poi decidere insieme come affrontare il problema.

In alcuni casi, è possibile rimanere all’estero e salvare l’esperienza. In altri casi, potrebbe essere meglio interromperla.

In questo caso, è importante affrontare questa interruzione nel modo giusto, per non viverla come un fallimento per il quale rimanere delusi, o un fallimento per un’esperienza che non si è riusciti a portare a termine.

Anche un’esperienza non positiva può essere utile, imparando ad affrontarla e a fare scelte migliori in futuro.

Quali sono le parole chiave per affrontare al meglio un’esperienza di studio all’estero?

Giorgia, come si può affrontare al meglio la scelta di studiare all’estero in poche parole chiave?

Comunicazione prima di tutto, perché una buona comunicazione familiare facilita tutto e permette di affrontare le difficoltà, affinchè il periodo di studio all’estero sia un’esperienza di cambiamento positiva e di crescita per tutti, studenti e genitori.

Poi direi sicuramente crescita, perché studiare all’estero cambia la vita di tutti, non solo di chi parte.

E ancora direi:

Preparazione e Dialogo,

Risorse e Crisi,

Cambiamento e Opportunità,

Distacco.

Tutte insieme, queste parole rappresentano il segreto per far funzionare l’esperienza di studio all’estero ad ogni età.

 

Abbiamo visto con la dott.ssa Bettaccini che per affrontare un’esperienza di studio all’estero, a volte, l’entusiasmo non basta.

La preparazione all’esperienza è fondamentale, per tutta la famiglia.

Si inizia con la condivisione del progetto in famiglia, e si continua con i nostri colloqui di orientamento e consulenza personalizzati e individuali, per percorrere insieme il percorso che porta alla scelta della scuola superiore o università all’estero giusta per ogni studente.

E se le sfide da affrontare saranno diverse da quello che ti aspettavi, il supporto di una consulente familiare come Giorgia Bettaccini può aiutare ad affrontarle al meglio.

Buon viaggio quindi! E buona scoperta!

Giorgia Bettaccini

Giorgia Bettaccini

Consulente familiare: Consulenza socio educativa per la persona, la coppia, i genitori, la famiglia.

Antonella Crisafulli

Antonella Crisafulli

Orientatrice ed Educational Consultant specializzata in esperienze di studio all'estero

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Antonella Crisafulli

Antonella Crisafulli

International Educational Consultant e Orientatore per percorsi di studio all’estero in scuole superiori e università e vacanze studio.
Aiutare gli studenti a trovare il percorso di studi all’estero più adatto alle loro aspirazioni è quello che amo del mio lavoro.
Non concordo con chi definisce i “giovani di oggi” in modo negativo. Dietro insicurezze, atteggiamenti baldanzosi o silenzi, si nascondono sogni, progetti e potenzialità tutte da scoprire.
I miei interessi spaziano dalle lingue straniere all’interculturalità, alle neuroscienze e la pedagogia, la didattica, la psicologia, il marketing, l’arte.
Il bello di questo lavoro è anche che tutto ciò che imparo in modo autonomo mi “aiuta ad aiutare” in modo più consapevole.
Su questo sito web e blog condivido idee e informazioni per le famiglie e gli studenti interessati a intraprendere un percorso di studio all’estero.

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